Costruzioni, come uscire dalla crisi
“Uscire dalla ritualità degli annunci, puntando su politiche concrete: investimenti in tempi certi e scelte progettuali in grado di garantire al settore delle costruzioni una reale ripresa”.
“Uscire dalla ritualità degli annunci, puntando su politiche concrete: investimenti in tempi certi e scelte progettuali in grado di garantire al settore delle costruzioni una reale ripresa”.
“Uscire dalla ritualità degli annunci, puntando su politiche concrete: investimenti in tempi certi e scelte progettuali in grado di garantire al settore delle costruzioni una reale ripresa”. Con queste parole Paola Passeri, presidente del Collegio dei Geometri di Macerata, è intervenuta, oggi pomeriggio a Villa Colloredo Mels di Recanati, alla tavola rotonda promossa da Confindustria Macerata sul tema “Il mercato delle costruzioni provinciale. Come uscire dalla crisi”, che ha visto insieme le organizzazioni imprenditoriali e professionali per lanciare proposte a sostegno di questo importante segmento del mercato, intorno a cui ruota circa il 42% dell’economia.
“Sebbene la categoria dei Geometri, fra le più radicate nel territorio, che poco vive di appalti pubblici e più ha a che fare con i privati, abbia finora tenuto bene alla crisi, tant’è che nel 2009 il reddito medio annuo nazionale è aumentato, è fondamentale – ha dichiarato Passeri – che il Governo nazionale, regionale e le Amministrazioni locali, ognuno per le proprie competenze, affrontino le difficoltà del settore che sono una emergenza a tutti i livelli. Bisogna pensare ad un nuovo modello del costruire, dando la priorità alla qualità e all’innovazione, al recupero e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, cercando soluzioni fattibili per uno sviluppo ecosostenibile.
È necessario snellire le procedure burocratiche, rilanciare le piccole opere, soprattutto quelle immediatamente cantierabili, e superare il meccanismo del Patto di stabilità che obbliga i Comuni all’immobilità. Abbiamo bisogno di una adeguata legge regionale urbanistica per dare l’opportunità ai Comuni di pianificare il territorio. Rifletterei, poi, sul Piano casa 2, sul perché non sia decollato come si sperava. È probabile che, nonostante gli sforzi, non sia sufficientemente appetibile, che i limiti volumetrici siano troppo esigui e che la committenza, a fronte anche del grande investimento burocratico, sia scoraggiata ad affrontare piccoli interventi.
Sarebbe molto interessante, poi, una politica del recupero che preveda di rendere abitabili i sottotetti, ma ancor più efficace, a mio avviso, una revisione della legge regionale 13/90 sull’edilizia rurale, una bella spinta per la nostra economia, sempre nell’ottica della salvaguardia del patrimonio agricolo e paesaggistico.
Altro tasto dolente, il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, la manutenzione e la messa in sicurezza del patrimonio pubblico, in particolare le scuole, l’ammodernamento dei centri storici e delle aree produttive, su cui la Regione deve investire di più”.
Infine una considerazione personale del presidente del Collegio dei Geometri: “Una forte presa di coscienza da parte dei singoli, professionisti e dipendenti pubblici, che la crisi si supera tornando a svolgere ciascuno il proprio ruolo, con onestà. Dalla pubblica amministrazione una accelerazione e una ripresa di entusiasmo, magari attraverso incentivi legati alla redditività dei singoli; dai professionisti la dimostrazione di onestà intellettuale, per vedere valorizzato il proprio lavoro”.